Secondo recenti studi, l'86% dei CIO ha pianificato nel 2025 di spostare alcuni workload dal cloud pubblico verso infrastrutture private o on-premise, un dato significativamente superiore rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, è importante sottolineare che la Cloud Repatriation non rappresenta un abbandono totale del cloud, ma piuttosto un riposizionamento selettivo dei carichi di lavoro.
I Vantaggi della Cloud Repatriation
Riduzione dei Costi Operativi
Uno dei principali driver della Cloud Repatriation è la riduzione dei costi. Molte aziende hanno scoperto che i modelli pay-as-you-go del cloud pubblico possono generare spese impreviste, soprattutto per workload prevedibili e costanti. Per le organizzazioni che operano su larga scala, mantenere carichi di lavoro stabili on-premise può risultare significativamente più economico nel lungo periodo.
Miglioramento delle Prestazioni
Per applicazioni critiche che richiedono bassa latenza o elevate capacità computazionali, l'infrastruttura on-premise può offrire prestazioni più consistenti e controllabili. Questo è particolarmente rilevante per workload che richiedono elaborazione in tempo reale o per settori come quello finanziario, dove ogni millisecondo conta.
Maggiore Controllo e Sicurezza
La Cloud Repatriation permette alle aziende di esercitare un controllo più granulare sulle proprie misure di sicurezza. Avere i dati fisicamente presenti nei propri data center facilita l'implementazione di politiche di accesso più stringenti e il principio del "least privilege", fondamentale nell'architettura Zero Trust.
Conformità Normativa
In settori altamente regolamentati come quello finanziario, sanitario o della pubblica amministrazione, la residenza dei dati è un requisito fondamentale. Le normative come il GDPR in Europa o la Digital Operational Resilience Act (DORA) impongono standard rigorosi sulla localizzazione e il trattamento dei dati. Riportare i dati on-premise semplifica notevolmente la conformità a queste normative.
Gli Svantaggi della Cloud Repatriation
Investimenti Iniziali
La Cloud Repatriation richiede investimenti significativi in hardware, software, licenze e infrastruttura. Questo può rappresentare un onere finanziario considerevole, specialmente per aziende che hanno già investito massicciamente nella migrazione al cloud.
Complessità della Migrazione
Il processo di spostamento dei dati dal cloud può essere complesso e costoso. Le aziende devono gestire potenziali interruzioni dei servizi, garantire l'integrità dei dati durante il trasferimento e affrontare possibili problemi di compatibilità.
Perdita di Elasticità
Il cloud pubblico offre scalabilità pressoché illimitata e la capacità di adattarsi rapidamente a picchi di domanda. Tornando on-premise, le aziende potrebbero perdere questa flessibilità, dovendo dimensionare l'infrastruttura per i picchi di carico, con conseguente sottoutilizzo delle risorse nei periodi normali.
Responsabilità Operative
Con la Cloud Repatriation, le aziende si riassumono la responsabilità della gestione, manutenzione e aggiornamento dell'infrastruttura IT. Questo richiede competenze specializzate interne e può aumentare il carico operativo dei team IT.
Il Comportamento delle Aziende
L'approccio prevalente tra le aziende non è il ritorno completo all'on-premise, ma l'adozione di strategie ibride e multi-cloud. Già una significativa quota dei workload e dei dati è stato oggetto di repatriation, ma la crescita complessiva del cloud continua grazie a nuove migrazioni e workload nativi cloud.
Le organizzazioni stanno adottando un approccio più maturo e ponderato, valutando caso per caso dove posizionare ciascun workload, in questo modo mitigano le controindicazioni economiche.
I fattori chiave che guidano queste decisioni includono:
- Prevedibilità del carico: workload stabili e prevedibili vengono spesso riportati on-premise
- Requisiti di conformità: dati sensibili o regolamentati vengono mantenuti in ambienti controllati
- Criticità dell'applicazione: applicazioni mission-critical rimangono spesso nei data center aziendali
- Necessità di elasticità: workload con picchi stagionali o imprevedibili restano nel cloud pubblico
La Cloud Repatriation non è un rifiuto del cloud, ma un'evoluzione naturale verso strategie IT più mature e bilanciate. Le aziende stanno imparando che non esiste una soluzione unica per tutte le aziende o per tutti i tipi di workload e che, di conseguenza, l'approccio migliore spesso combina cloud pubblico, privato e on-premise in base alle specifiche esigenze di ogni workload.
Digiway ha iniziato da tempo ad occuparsi dell'argomento (Cloud Repatriation - HCL Domino e Cloud Repatriation) ed offre un valido supporto alle aziende che stanno valutando o implementando strategie di Cloud Repatriation, sia in termini di Consulenza Strategica Personalizzata che di Progettazione e Implementazione di Infrastrutture Ibride, valutando insieme al cliente come ottimizzare il posizionamento di alcuni asset fondamentali, come la posta elettronica.
Con partner esperti come Digiway, le organizzazioni possono navigare questa transizione con sicurezza, ottimizzando costi, prestazioni e conformità normativa. L'importante è mantenere la flessibilità strategica e continuare a valutare regolarmente dove ogni workload risiede meglio, adattandosi all'evoluzione delle tecnologie e delle esigenze aziendali.

